… o lapis hecatontalithos.

La prima colonna a sinistra del presbiterio di San Vitale a Ravenna è il vero tesoro della chiesa: è composta da un marmo antico che viene detto “lapis hecatontalithos”, che letteralmente significa “pietra dalle cento pietre”. È un materiale assolutamente raro, se non introvabile, denominato breccia verde d’Egitto.
Il nome ne indica la provenienza: l’Egitto, appunto, e, più precisamente, la valle dello Uadi Hammamat.
La natura ha impiegato milioni di anni per formare la breccia: quando si formò la crosta terrestre, probabilmente vi erano catene di rocce verdi. Poi, nei millenni, i grandi cambiamenti di clima e il fuoco dei vulcani sfaldarono le rocce in frammenti che furono portati qua e là da correnti d’acqua impetuose.
Nel corso dei millenni questi frammenti e questi ciottoli furono cementati da quarzo e feldspato verde. Di fatto, si tratta di un conglomerato (tecnicamente una puddinga) formato dall’aggregazione di frammenti di porfidi, basalti e quarzi di piccola taglia, con colori che passano dal verde al giallognolo al rossastro. E il collante è sempre di colore verde, durissimo e assolutamente lucidabile.
La particolarità è che non la si estrae tagliando o scavando una montagna, ma la si trova in massi erratici di varie dimensioni e forma, rarissimamente abbastanza grandi da ricavarne una colonna. Una specie di caccia al tartufo, insomma.
Da notare la parte inferiore: la presenza di soli frammenti piccoli o piccolissimi è segno distintivo di valore, di preziosità. Per questo è stata posta in basso, per poter essere ammirata da chiunque. La posizione di questa colonna nel presbiterio la rende visibile immediatamente dall’entrata: un altro segno dell’indubbio pregio di questo materiale che attraeva il primo sguardo di chiunque entrasse a San Vitale.

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