«Non è importante che gli esseri umani salgano sulle montagne, è importante solo per chi se lo rende importante.»
— Reinhold Messner
So che utilizzare la parola “cultura” comporta il rischio della presunzione, della delusione nel caso in cui i contenuti si rivelassero inferiori o non corrispondenti alle aspettative di chi si avvicina.
Ritengo, però, che ‘cultura’ sia anche il modo in cui ognuno di noi risponde alle domande e alle sfide della vita, il modo in cui ognuno decide di riflettere, di pensare e di fare.
In questo momento della mia vita posso affermare di sentire la necessità di fare cultura o, almeno, di cercare di farne sia con i fatti che con le parole che con le riflessioni. Vorrei riuscire a creare uno spazio dentro il quale elevare il livello della comunicazione, evidenziare le contraddizioni, trasformare il lamento in azione.
Sono stanco delle lagne continue, tipiche di noi italiani, che si fermano subito dopo la loro enunciazione; sono stanco di adeguare ogni comunicazione al livello più basso; sono stanco di utilizzare parole che arrivano solo alla pancia e allo stomaco di coloro che incontro.
Desidero, invece, provare a cambiare qualcosa, anche di piccolo.
Desidero, invece, pormi sul piano della razionalità.
Desidero, invece, rendere umano lo spazio di vita attorno a me.
È una questione di dignità personale, di possibilità di continuare a guardarmi allo specchio.
È troppo? È un’utopia? Non ci riuscirò? Sarà una delusione? Non lo so, so solo che ci voglio provare.
Reinhold Messner, “Spostare le montagne — Come si affrontano le sfide superando i propri limiti”, Mondadori, 2011.