Sopra: il labirinto ai piedi dell’altare della Basilica di San Vitale (Ravenna)

La ruota centrale verso cui convergono gli otto grandi spicchi del pavimento della Basilica di San Vitale in Ravenna è in marmo bianco e nero di Aquitania, proveniente dalle cave francesi del versante sud-occidentale dei Pirenei, nella zona di S. Aubert Saint Girons.
Anche il punto di arrivo del labirinto marmoreo dello spicchio di fronte all’altare ha come centro una ruota di questo materiale: stranissimo labirinto non spiegato e non spiegabile, quasi una guida all’uomo verso la rota centrale, posizione dalla quale ammirare l’altare stesso…
È anche il centro di altri due cerchi negli spicchi del pavimento.
Non si conosce il motivo che ha portato alla precisa scelta di questo marmo come centro/fulcro del percorso del pavimento; forse la ragione va ricercata nella particolare geografia della cava: era vicina a un laghetto di acqua morta, quasi stagnante, circondato da pareti nerissime, alte e appena animate da vene candide e spezzate. Questa zona era chiamate “trau de dezmembreri”, cioè “cavità dell’oblio”. Era un materiale già conosciuto e utilizzato dai Celti con significati al limite dell’esoterismo.
Il bianco e nero di Aquitania è una breccia calcarea: il suo fascino è dato dalla contrapposizione del nero assoluto e del bianco latteo in suggestive venature di varie forme, andamenti e grandezze.
Fu utilizzato a Roma, Costantinopoli e poi Venezia, nella Basilica di San Marco. Sempre a Ravenna ha reso preziose e famose le quattro colonne della basilica di San Apollinare in Classe.

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Rota


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