Certamente uno dei più antichi materiali da costruzione, anche in funzione della reperibilità della materia prima: l’argilla.
Già i Greci utilizzavano la terracotta nei loro templi. Infatti, la struttura del tempio greco prese origine da primitivi edifici in argilla e legno che, nei secoli successivi, i Greci tramutarono in edifici di pietra.
Il popolo etrusco portò ai massimi livelli la lavorazione del cotto. La tradizione e l’esperienza nella lavorazione della terracotta fu dalla civiltà etrusca trasmessa a quella romana, che ne fece largo uso soprattutto nel settore edilizio con la produzione di mattoni e tegole.
Più tardi, il cotto, notevolmente migliorato in tecnica ed estetica, venne utilizzato per gli arredi e per le pavimentazioni dei palazzi e delle cattedrali, in spettacolari abbinamenti con la pietra.
Il cotto combina in se stesso i quattro elementi primordiali alla base del pensiero filosofico greco: acqua, aria, terra e fuoco. Questi compongono la ricetta per la sua produzione. Inoltre, la sapienza e l’esperienza di generazioni di artigiani e lavoratori, il tramandarsi di padre in figlio delle tecniche contribuisce all’eccellenza del risultato.
Ancor oggi alcune fornaci continuano la produzione a mano di mattonelle in cotto per pavimenti e rivestimenti. Il colore finale dipende in larga misura dal tono delle argille che lo compongono: classica è la tonalità che va dal rosato al rosso, ma ci si spinge al giallo paglierino, al grigio oppure al variegato, cioè un sapiente mix tra due argille diverse non completamente amalgamate. L’argilla viene schiacciata a mano nelle forme di legno e poi steccata, cioè viene asportata con un bastone la parte in eccedenza. A volte, nel prodotto finito, capita anche di trovare qualche impronta delle dita che hanno lavorato l’impasto…
In alto: pavimento in cotto grigio naturale esagonale fatto a mano dalla Fornace Brioni di Gonzaga (MN) / www.fornacebrioni.it
Cotto rosso
Cotto rosato
Cotto paglierino