Tempo fa, sul crinale di un piccolo colle tra la Fiora e il fosso Formica, si ergeva un maestoso castello con quattro solide torri, che dava la sua faccia più imponente verso il paese.
Nessuno sapeva da chi e quando fosse stato costruito, la pietra di cui era fatto era diversa dal Peperino, materiale grigio di origine vulcanica con cui erano costruite tutte le altre abitazioni. Si diceva che fosse abitato da sole donne, probabilmente fate, ma nessuno poteva dirlo con certezza. Si raccontava che, tempo addietro, queste fate erano state parte integrante della vita del paese anche se, a un certo punto, si erano isolate e non parlavano nemmeno più con le persone del borgo vicino. Nessuno più ricordava il motivo che aveva portato a questo isolamento: di fatto, però, anche le case del paese erano state costruite sempre più lontano dal castello che rimaneva comunque isolato, maestoso e davvero bello.
Petorsola era la fata più importante della zona e abitava proprio nel castello. Aveva una figlia che portava con sé quando andava a cuocere il pane in un forno del paese, come era consuetudine di quel tempo.
Mentre le altre donne, le paesane, giungevano in ritardo (cioè non rispettavano i turni dell’infornata) e chiacchieravano tra loro, Petorsola era sempre puntuale e restava silenziosa, tanto che, agli occhi delle donne, risultava quasi altezzosa. Suscitò così il loro risentimento al punto che, un giorno, decisero di provocarla. Organizzarono perciò una macabra finzione: fecero l’atto di volerle cuocere, insieme al pane, anche la figlia. Quando Petorsola vide quel gesto, reagì violentemente e, andandosene via, disse: “Non ho mai visto tal cosa fare, un figlio di una fata volerlo infornare!”
Piena di rabbia, tornò al castello e, per vendetta, decise che gli abitanti di Santa Fiora non avrebbero più goduto la vista del bellissimo castello, così lo trasformò in un sasso del colore dell’oro. E, per dispetto, trasformò nello stesso materiale anche i massi grigi di Peperino che venivano utilizzati per le costruzioni. Fece anche un incantesimo di protezione al sasso di quello che fu il fantastico e magico castello, affinché non potesse mai essere utilizzato. Ancora oggi, fuori dal paese, si erge una roccia solitaria e maestosa che non è mai stato oggetto di alcun intervento umano.

 

LASTRA DI PIETRA DORATA CON EFFETTO CORTECCIA

La Pietra Dorata è un materiale naturale che, solitamente, si estrae da cave in Toscana.
È una pietra con uno sfondo color oro molto elegante e venature marroni più o meno marcate. È proprio il contrasto tra il delicato sfondo e le importanti venature che offre personalità a questa pietra.
Si forma per ricomposizione di minuti frammenti di roccia misti a sabbia trasportati in genere da agenti esterni diversi come, per esempio, i corsi fluviali, le correnti marine oppure i venti.
La lavorazione della lastra si chiama corteccia: microgetti d’acqua e silice ad alta pressione scavano la superficie e la rendono simile alla corteccia di un tronco.