… o porfido rosso imperiale.
Ecco uno dei marmi antichi per antonomasia.
La ruota nel pavimento davanti all’altare di San Vitale è, appunto, in porfido rosso d’Egitto, materiale considerato divino per il suo color porpora e, di conseguenza, divenuto di uso esclusivo dei faraoni e, successivamente, degli imperatori romani che si consideravano loro eredi.
Gli imperatori orientali avevano un particolare legame con il color porpora del materiale: venivano fatti nascere in una stanza rivestita di porfido rosso all’inizio della loro vita e sepolti in un sarcofago della stessa pietra alla fine. Il giuramento avveniva su una rota di porfido, così come l’incoronazione e ogni altro atto significativo.
Veniva estratto nella zona del Mons Porphirites, oggi Gebel Dokhan, una zona assolutamente desertica e arida, lontana oltre centocinquanta chilometri dal Nilo. Estrazione difficilissima anche per l’estrema durezza.
In alcune basiliche la posizione dell’imperatore era segnalata a terra da un disco in porfido rosso, come, per esempio, in quella di S. Sofia a Costantinopoli.
L’importanza di questo materiale e il suo utilizzo mirato sono testimoniati anche dal pavimento della Basilica di San Pietro e dal Pantheon a Roma.
È un materiale di una durezza incredibile e lo si può facilmente notare in alcuni tappeti marmorei di San Vitale: il calpestio continuo ha consumato i marmi confinanti, lasciando inalterate le parti in porfido.
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