… o marmor lacedaemonium o serpentino verde di Grecia.
Materiale antico e prestigioso, solitamente utilizzato per la sua forte personalità: il suo verde intenso, forte, profondo, completava e faceva da contraltare al porfido rosso egiziano. Anche nella Basilica di San Vitale (Ravenna) occupa una posizione di tutto rispetto, più precisamente nel presbiterio e nel coro.
Di porfido verde di Grecia è la rota sul pavimento davanti all’altare (1), vicino all’altra rota in porfido rosso. Così come dello stesso materiale sono i pilastri scanalati che accompagnano il giro del coro.
Le cave erano sul Monte Taigeto, vicino a Sparta, nella regione della Lacedemonia. Se ne trovavano solo pezzi piccoli e rari; il prezzo era, di conseguenza, piuttosto elevato, come testimoniato dal fatto che è citato nell’editto sui prezzi massimi di Diocleziano dell’anno 301.
Materiale conosciuto e utilizzato già dalla civiltà di Creta e Micene per piccoli oggetti di culto, poi dai Romani e dai Bizantini, fino al medioevo, quando la chiusura delle cave ne impedì l’impiego.
Da notare che la rota verde davanti all’altare di San Vitale ‘sporge’ rispetto ai marmi che le sono accanto: anche in questo caso il calpestio ha consumato i marmi morbidi vicini senza intaccare in alcun modo questo porfido. Così come succede anche in altre parti del pavimento dove è presente.
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